LAVORI
Presentazione Descrizioni Codici Miniati di Santa Maria a Paganica (AQ).

Introduzione storica:

Il materiale restaurato comprende due codici pergamenacei decorati ascrivibili al pieno XIV secolo, di proprietà della parrocchia di Santa Maria a Paganica (AQ). Il fondo di provenienza è costituito da un corpus di 8 codici membranacei recuperato subito dopo il sisma del 6 aprile 2009. La ditta CODEX s.a.s. si è proposta per il restauro di due volumi.

Presentazione Descrizioni Codici Miniati:

La decorazione comprende iniziali istoriate, a motivi fitomorfi e filigranate . Entrambi i volumi, con segnatura A1 e A2, sono legati su assi lignee con coperta in cuoio di colore bruno e decorati da inserti metallici.

GRADUALE ms. A1

 

Stato di conservazione: Il primo dei codici con segnatura A1, costituito da 173 carte membranacee di formato 568 x 395 x 55 mm, è legato su assi lignee e coperta in cuoio di formato 575 x 420 x 90 mm.

Variante in corso d’opera.   Inizialmente, di comune accordo con gli organi per la tutela, si era deciso di intervenire sul volume in modo parziale e senza smontaggio. Dopo l’attenta analisi dello stato di conservazione del codice, durante il sopralluogo del 06-04-2011, si è deciso di intervenire in modo radicale nel rispetto dell’originalità di tutte le componenti tecniche e fisiche.

Cuciture: presenti, strutturate su 5 nervi fesi in cuoio. Il codice, nel corso del tempo, verosimilmente, è stato rimaneggiato e modificato nelle strutture originali, caratteristica questa emersa durante le fasi di smontaggio: le cuciture, le assi lignee e la coperta in cuoio, in effetti, presentano elementi tra loro discordanti.

Da una attenta analisi, si è riscontrato che i fascicoli all’origine erano cuciti su 5 nervi doppi, ciò e deducibile dalle tracce rilevate dai frammenti di spago ritrovati lungo il dorso alla piega di cucitura.

La fase di smontaggio ha rilevato la presenza di nervi di differente epoca: in effetti,  sul lato recto dell’asse si evidenziano scalanature di forma rettangolare, aventi dimensione di circa 3 cm di larghezza, che non possono essere considerate coeve alla realizzazione del codice. Di fatti,  gli alloggi originali sono visibili solo sul lato verso dell’asse. Essi, in origine,  erano costituiti da un foro di entrata, a sezione circolare, all’altezza dello snodo.  Da qui l’andamento dei nervi di cucitura prevedeva una traccia iniziale di circa 8-10 cm perpendicolare al dorso del volume, deviata poi attraverso due fori praticati in maniera obliqua. La presenza delle due diverse tipologie alloggianti, quindi, denuncia uno stato di manipolazione del volume che ne ha compromesso la stabilità, originando così diverse lesioni.

Altro elemento non chiaro riguarda, poi, la natura e la funzionalità di un grosso foro praticato al centro dell’asse anteriore, che si presentava riempito da un tampone di carta color ruggine adesa, la cui consistenza è compatibile con quelle che abitualmente separano le lamine di foglia oro: la presenza di pagliuzze dorate orienterebbe in questo senso.

Gli stadi di manipolazione delle assi pongono una serie di interrogativi. In effetti, dalle tracce rinvenute si sarebbe tentati a ritenere che esse possano essere pertinenti a due diversi codici, oppure ad un ripensamento avvenute in corso d’opera durante la risistemazione del volume.

Di fatti, sull’asse anteriore sono presenti le tracce che avrebbero dovuto ospitare le bindelle, alloggiamenti realizzati perfettamente in asse con i nervi posticci; tuttavia la presenza di tamponi in cartone in tale posizione, farebbe pensare alla mancata applicazione delle bindelle stesse. Ciò è avvalorato dal mancato rinvenimento dei corrispettivi tenoni o altre forme di ancoraggio sull’asse posteriore. A confortare un cambio di programma contribuisce lo stato di conservazione della coperta: su di essa, infatti, non è presente alcuna traccia che evidenzierebbe la presenza di bindelle e tenoni.

La copertura in cuoio di colore bruno è parzialmente danneggiata da una lacuna nel centro del piatto anteriore.

Nel piatto posteriore, sono presenti diverse abrasioni e molteplici lacune di dimensioni minori. Entrambe le cuffie sono danneggiate con mancanze del supporto e tagli lungo le cerniere. Inoltre, la coperta si presenta sporca di polveri, deiezioni e fori di insetti, con notevole perdita di elasticità e vistosamente disidratata. Si segnala la presenza di elementi metallici: si tratta di otto cantonali, due umboni centrali e due borchie a semisfera; queste ultime, in origine integrate da una terza, erano poste nel piatto posteriore, posizionate in forma geometrica triangolare.

I capitelli sono costituiti da una struttura tubolare in cuoio con all’interno un’anima in spago di canapa grezza. Il cotone per la realizzazione strutturale è ancorato ai fascicoli ed è costituito anch’esso da filo di canapa grezza. Essi si presentano vistosamente manipolati e danneggiati, come è evidenziato dal groviglio di fili recisi ritrovato lungo il dorso.  Dai fili residui rinvenuti, molto difformi tra loro per sezione,  si deduce, quindi, che la logica della prima strutturazione del volume avesse contemplato la realizzazione dei capitelli solo dopo l’esecuzione delle cuciture.

Indorsatura: Lungo il dorso, sono stati ritrovati resti di indorsatura, realizzata con strisce di pelle di colore naturale aderita con collante di tipo vegetale. Inoltre, lungo il dorso in prossimità delle cerniere, erano presenti frammenti di carta: nello specifico si tratta di lembi a stampa di un testo religioso presumibilmente del Sec. XVIII, così come farebbero pensare gli elementi rilevati dalla tipologia  strutturale della carta.

Filo utilizzato per le cuciture dei fascicoli e la realizzazione dei capitelli;  filo tre capi sezione circolare più spesso; filo tre capi sezione circolare sottile. Si evidenziano due diverse sezioni e differenti tipologie di lavorazione, entrambi costituiti da canapa grezza.

Compagine: di materiale membranaceo è composto da 17 fascicoli. La controguardia anteriore e l’ultimo fascicolo sono formati da materiale cartaceo. Testo liturgico, scritto in latino su tetragramma rosso con notazione quadrata nera. Si segnalano diverse carte con annotazioni e postille manoscritte di varia epoca.

Sono ben visibili le tracce dei fori guida per tracciare la rigatura che è stata eseguita a secco.

Quasi tutte le carte presentano decorazione e molte rientrano nella tipologia delle istoriate con la presenza di santi e scene evangeliche.

1)      Tutti i supporti scrittori sono compromessi da diverse tipologie di danno più o meno invasive.  Nella compagine sono presenti  polveri di varia entità; inoltre è stata rilevata presenza di frammenti di particelle di inchiostro, di gocce di cera, deiezioni, carcasse di insetti, strappi marginali e vecchi restauri eseguiti in modo approssimativo. Sono visibili suture improvvisate per tamponare gli strappi; alcuni supporti sono ondulati, disidratati e rigidi, altri presentano abrasioni. Nelle carte iniziali sono presenti lacune causate dalla perforazione dei chiodi delle borchie; altro tipo di lacuna è stata determinata dall’asportazione  di notevoli pezzi di supporto.

La compagine originale manca del corrispettivo della prima carta dell’ultimo fascicolo, composto presumibilmente da un duerno. Ad esso è stato aggiunto, in epoca successiva, un fascicolo cartaceo contenente la liturgia in onore di San Nicola da Tolentino.

Inchiostri: su alcuni supporti si presentano evanescenti, su altri è avvenuta disgregazione di particelle; in altri casi sono presenti abrasioni derivanti o dal naturale strofinio tra supporti, o da operazioni volontarie per cancellare alcune sezioni del testo liturgico. Gli  inchiostri impiegati sono di colore nero, rosso e blu.

Antifonario ms. A2

Stato di conservazione: L’esemplare con segnatura A2 si presenta in pessimo stato di conservazione. È costituito da 285 carte membranacee manoscritte di formato 555 x 375 x 90, legate su assi lignee ricoperte in cuoio di formato 570 x 380 x 120, con cuciture realizzate su 5 nervi fesi in pelle di scrofa. Il volume nel tempo, quasi con certezza, è stato rimaneggiato e modificato nelle strutture originali; in effetti, durante le fasi di smontaggio, sono riaffiorati elementi discordanti con le strutture attualmente ritrovate nelle cuciture.

     Danni immediatamente rilevati:

Carte: Totale n°285 in materiale membranaceo: la prima e l’ultima carta costituivano i fogli di controguardia; dopo il restauro esse sono diventate parte integrante della compagine del libro.

Diffusa presenza di arricciamenti, ondulazioni, disidratazione e indurimento delle pergamene.  Diffusi strappi, piccole lacune causate dai chiodi della borchie, macchie marginali su alcune carte, presenza di biodeterioramento da insetti, presenza di vecchi e maldestri restauri con suture grossolane verosimilmente realizzate nel corso del tempo per tamponare l’avanzamento delle lacerazioni causate per mano dell’uomo (danno meccanico).

Inchiostri: presentano più stadi di degradazione, di fatti spesso appaiono frammentari e pulvirulenti; in alcune zone è visibile la trasmigrazione del pigmento recto-verso; si ravvisano distacchi di piccoli frammenti con perdita di coesione dal supporto membranaceo o in altri casi essi sono completamente svaniti. Da una preliminare analisi del pH effettuata risultano dei valori compresi tra 6.80 e 6.86. La consistenza dell’inchiostro di colore nero, risulta essere in diversi punti evanescente; in alcune carte si segnalano segni di abrasioni generate per strofinio delle pergamene dovute a revisioni testuali.

Miniature:  si sono conservate in stato molto buono sia nella consistenza che nella vivezza dei pigmenti; solo alcune di esse presentano danni dovuti a strappi e lacune. A differenza dell’esemplare A1, l’apparato decorativo è stato reliazzato in maniera più acurata con l’impiego di una tavolozza più brillante, per tale motivo è lecito ipotizzare diversità di mani e materiali. Si segnala a c. 86r  l’asportazione del capolettera decorato; la mutilazione, praticata con un taglio netto e profondo, ha intaccando i supporti sottostanti.

Cuciture: si presentano allentate ed in alcuni passaggi tra fascicoli interrotte.
Si segnala la presenza di tracce che fanno pensare a tentativi di fissaggio dei fascicoli ai nervi di cucitura mediante cuciture posticce e improvvisate. Si rintracciano, anche in questo caso, residui di filo della cucitura originale, diverso per sezione, materiale e tipologia da quello impiegato in epoca successiva; i nervi di struttura della cucitura originale sono realizzati in pelle di scrofa fesa.

I capitelli, originariamente realizzati in cuoio arrotolato con anima in spago, anche in questo caso risultano essere stati realizzati dopo l’operazione di cucitura dei fascicoli. Presentano gravi danni quali rotture ai punti di ancoraggio nelle assi e all’altezza della metà compagine. Tali elementi portanti venivano fissati alle assi lignee strutturandone, quindi, la coperta che in questo caso si è conservata solo per metà del piatto anteriore.

 

Coperta: strutturata originariamente da due assi lignee, attualmente è sopraggiunta  solo per metà del piatto anteriore. Tale supporto ligneo, presumibilmente appartenente alla famiglia delle pinacee, è notevolmente compromesso nella sua funzione strutturale sia a causa di tracce vistose di biodeterioramento dovute ad insetti xilofagi, sia per la dispersione di buona parte della sua superficie. Anche la copertura in pelle di vitello, molto danneggiata, è ridotta a piccoli frammenti residui di colore marrone.

 

Elementi decorativi: sulla coperta sono presenti n. 2 cantonali realizzati in ferro. Essi  evidenziano diffuse tracce di ruggine ed usura, causa di perforamento del supporto; sono altresì presenti n° 3 borchie a semisfera: due sono posizionate sul taglio del dorso, che hanno causato lacerazioni della coperta per effetto dello strofinio sul cuoio e della resistenza in fase di apertura, ed una sul piatto anteriore lungo la perpendicolare della cerniera. Al di sotto di tutti gli elementi metallici è stata rilevata la presenza di piccoli pezzi di velluto con decorazione damascata.